PROTEZIONE INDIVIDUALE CONTRO LE CADUTE DALL' ALTO
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CONTRO LE CADUTE DALL' ALTO
Normative:
EN 341: Dispositivi di Discesa
EN 353: Dispositivi guidati
- EN 353-1: Dispositivo anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio rigida (canalina o cavallo metallico)
- EN 353-2: Dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio flessibile (fune in nylon)
I dispositivi guidati hanno la funzione di proteggere un operatore che debba muoversi su una scala verticale o subverticale. Entrambi i tipi di dispositivi guidati consentono il delberato e lento movimento verso l'alto o verso il basso dell'operatore ed in caso di caduta si bloccano sul supporto rigido o flessibile fermando la caduta dell'operatore dopo pochi decimetri. Una particolare applicazione dei sistemi guidati su supporto flessibile consente i lavori in sospensione con l'ausilio di una seconda fune di lavoro. Utilizzato sulle coperture un sistema guidato di tipo flessibile permette di modificare la lunghezza del cordino di collegamento al punto di ancoraggio, creando una situazione di caduta impedita o trattenuta.
EN 354: Cordini Fissi
I cordini non sono dotati di assorbitore d'energia, quindi non sono utilizzabili per arrestare una caduta ma solo, eventualmente, per impedirla, sia quando vengano usati in situazione di "posizionamento sul lavoro", sia quando vengono usati in situazione di "trattenuta". Si tenga presente che i cordini EN 354 hanno un carico rottura di 23 kN che è superiore al carico di rottura di un ancoraggio EN 795 A, quindi, in caso di necessità un cordino fisso EN 354 può essere passato attorno ad una struttura tubolare che non si riesce ad utilizzare con un normale moschettone e può divenire un punto d'ancoraggio sicuro (ponendo attenzione agli spigoli vivi che potrebbero rovinare la fune) per ogni tipo di DPI.
EN 354 - EN 355: Cordini con Assorbitori di energia
I cordini con assorbitore d'energia EN 355 costituiscono il dispositivo di collegamento più semplice ed economico tra il punto d'ancoraggio (EN 795) e l'imbracatura (EN 361). Nel loro uso è necessario tenere presente il fatto che in caso di carico dinamico l'assorbitore si allunga sino ad un massimo di 1,75 m e tale allungamento incrementa il tirante d'aria libero da aversi obbligatoriamente al di sotto della zona di lavoro. E' pertanto fondamentale cercare di utilizzare un punto d'ancoraggio posto al di sopra della zona di lavoro onde ridurre al minimo il rischio derivante dalla caduta. Quando la distanza tra il punto d’ancoraggio ed il punto di possibile caduta è superiore alla lunghezza del cordino si ha la situazione di caduta impedita o trattenuta che è la più sicura.
EN 358: Cinture di posizionamento
La cintura di posizionamento si indossa all’altezza della vita dell’operatore e serve esclusivamente a permettergli di operare con le mani libere. Deve obbligatoriamente essere dotata di un cordino regolabile che deve essere fissato ad entrambi gli anelli laterali. La cintura di posizionamento non può essere usata, da sola, come mezzo anticaduta ma solo di trattenuta. Non può pertanto essere usata con i normali dispositivi anticaduta. Può invece essere usata per impedire all’operatore di raggiungere un punto pericoloso tramite un cordino fisso di adeguata lunghezza ovvero operando in “trattenuta”. Caduta massima sopportabile dall’operatore 0,5 m con cordino collegato a doppino.
EN 360: Dispositivi anticaduta di tipo retrattile
I dispositivi retrattili, comunemente chiamati "arrotolatori" sono un tipo speciale di collegamento tra il punto d'ancoraggio EN 795 e l'imbracatura EN 361 indossata dall'operatore. La loro particolarità consiste nella capacità di concedere cavo quando l'operatore si allontana e di riavvolgerlo al proprio interno quando l'operatore si avvicina, in ogni posizione, in caso di caduta il dispositivo blocca il cavo e di conseguenza arresta la caduta dell'operatore. Per semplificare al massimo il concetto un dispositivo retrattile funziona come le cinture di sicurezza di un'automobile, se tirate il nastro lentamente questi si allunga se date un brusco strattone si blocca. Altra particolarità di tali dispositivi è che sono disponibili con cavi di diversa lunghezza, (sino a 30 m) che consentono pertanto una grande libertà di movimento dell'operatore entro il campo di lavoro. Ovviamente il fatto di avere un collegamento molto lungo sottopone l'operatore al pericolo di sottovalutare l'effetto pendolo, per cui bisogna prestare molta attenzione al punto di ancoraggio che deve sempre essere posto al di sopra dell'area di lavoro. Uno dei problemi che potrebbero diminuire la sicurezza di un dispositivo retrattile è il fatto che, quando lo si usa su una copertura piana, in caso di caduta il cavo potrebbe rovinarsi nell'urto con lo spigolo vivo formato dalla struttura della copertura. Non usare mai un dispositivo retrattile quando si opera su mucchi di materiale incoerente che causerebbe il lento sprofondamento senza arresto.
EN 361 Imbracture di sicurezza
L'imbracatura è l’ultimo componente di un sistema anticaduta e deve essere scelta solo dopo aver ben definito i punti d’ancoraggio ed il tipo di collegamento. Infatti in alcuni casi è preferibile utilizzare l’anello posteriore, di cui tutte le imbracature sono dotate, mentre in altri casi è meglio poter disporre anche di attacchi sternali, per meglio controllare il cordino di collegamento con i punti d’ancoraggio. Vi sono inoltre situazioni in cui la normale imbracatura con bretelle e cosciali viene integrata con una cintura a vita adatta al posizionamento sul lavoro.
La differenza sostanziale tra gli anelli dorsali o sternali e gli anelli laterali posti sulla cintura a vita consistente nel diverso tipo di carico cui possono essere sottoposti. Gli anelli dorsali e sternali vengono testati dinamicamente e servono al collegamento di un componente anticaduta atto ad arrestare una caduta superiore a 0,5 m. Gli anelli posti lateralmente sulle cinture a vita servono ad impedire una caduta oppure ad arrestare entro il limite massimo di 0,5 m, oltre al quale la forza derivante dal brusco arresto della persona, applicato ad una zona del corpo molto vulnerabile, potrebbe causare gravi danni agli organi interni. Per tale motivo, il cordino delle cinture a vita deve sempre essere passato attorno ad un punto d’ancoraggio e successivamente agganciato ad entrambi gli anelli laterali di una cintura, regolandone la lunghezza in modo che la caduta possibile non sia non superiore a 0,5 m. In pratica, esaurita la fase anticaduta, ci si può ancorare saldamente ad una struttura posta nelle immediate vicinanze, tramite il cordino della cintura di sicurezza, potendo così lavorare con entrambe le mani libere.
Semplificando al massimo il concetto, si può dire che l’imbracatura deve essere usata durante gli spostamenti mentre la cintura si può usare solo quando si debba rimanere fermi sul posto.
Per la sua posizione a contatto con il corpo dell’operatore, è essenziale che l’imbracatura sia ergonomicamente progettata e correttamente assemblata, in modo da poter essere facilmente regolata sulla taglia dell’operatore e seguendolo nei suoi movimenti, rendono meno scomodo l’uso delle imbracature.
Solo un’imbracatura dotata di bretelle e cosciali può essere utilizzata nei sistemi che arrestano una caduta. Solo l’imbracatura completa è infatti in grado di svolgere adeguatamente i compiti previsti da un’assemblea anticaduta, ovvero:
• Arrestare una caduta senza arrecare danno all’operatore
• Mantenere la persona in posizione eretta senza impedirgli la respirazione durante la fase di sospensione inerte
• Consente un suo eventuale successivo recupero da parte di terze persone
EN 362: Connettori
I connettori servono a collegare tra di loro i vari componenti di un sistema anticaduta, in modo che non sia possibile il loro distacco accidentale. Per tale ragione, oltre a possedere caratteristiche di resistenza meccanica, si devono poter aprire solamente con almeno due operazioni consecutive ed intenzionali. Sono essenzialmente dei moschettoni con forma ed apertura diverse (tra 16 e 140 mm) per adattarsi ai diversi punti di ancoraggio. I moschettoni con chiusure a ghiera devono essere bloccati chiudendo la ghiera. I moschettoni con chiusure “twist lock” e quelli a doppia sicurezza sono a bloccaggio automatico con sicura contro le aperture involontarie.
EN 795: Dispositivi di ancoraggio
PUNTO D’ANCORAGGIO
E' l'elemento a cui un DPI componente di un sistema anticaduta può essere applicato.
Tutti gli ancoraggi usati con lo scopo specifico di proteggere dai rischi di caduta devono essere conformi alla normativa UNI EN 795.
Non è richiesta la marcatura CE per gli ancoraggi fissi o facenti parte della struttura originale o installata su essa (travi, ponteggi, tasselli) di cui però deve essere accertata l’adeguata resistenza ai carichi dinamici derivanti da una caduta ( R= 10 Kn).
Esempio: un tripode, essendo mobile e portatile, è considerato un DPI mentre un tassello con golfare, installato in struttura cementizia, essendo fisso nella sua sede, non è considerato un DPI e quindi non può essere marcato CE.
Solamente dopo aver individuato un adeguato punto d’ancoraggio, si potranno definire le tipologie dei connettori e dei collegamenti tra ancoraggio e operatore, anche tenendo presente le dimensioni del suo campo di lavoro.
IL CAMPO DI LAVORO
Per campo di lavoro si intende tutta la zona che deve poter essere raggiunta dall’operatore durante la lavorazione comprendendo anche i movimenti necessari per afferrare utensili o spostare materiali.
Un campo di lavoro ridotto semplifica la progettazione di un sistema anticaduta, mentre un campo di lavoro esteso complica la sua progettazione rendendo spesso necessario l’utilizzo di ancoraggi mobili in grado di consentire spostamenti di notevole ampiezza.
SUDDIVISIONE DEGLI ANCORAGGI IN CLASSI
Tenendo presente le diverse strutture cui un punto d’ancoraggio andrà fissato e la necessità di fornire all’operatore la possibilità di movimento, entro il Campo di Lavoro come sopra indicato, i punti d’ancoraggio si dividono in diverse tipologie o classi:
- Classe A1: Ancoraggi destinati ad essere fissati a strutture verticali, orizzontali o inclinate per esempio un tassello con golfare installato nel muro
- Classe A2: Ancoraggi destinati ad essere fissati sulle travi portanti dei tetti inclinati per esempio staffa con anello fissata ad una trave del tetto
- Classe B: Ancoraggi portatili come per esempio il tripode
- Classe E: Ancoraggi a corpo morto come per esempio un blocco di cemento.
*Estratto da catalogo Mistral.